Scrittore

Esdra (?)

Tema

La storia di Israele, il popolo del patto

Datazione del testo

450–420 a.C.

Contesto

La storia documentata nei libri di 1 e 2 Cronache si svolge prima dell’esilio in Babilonia (quando i Giudei furono sconfitti e deportati in vari luoghi dell’impero; vd. nota 2R 24:1, e introduzione al libro di Esdra per le fasi di questo avvenimento). I libri furono scritti dopo l’esilio e dopo che Esdra (che si presume ne sia lo scrittore) e un secondo numeroso gruppo di esuli giudei furono tornati in Palestina da Babilonia e dalla Persia (457 a.C.). La distruzione di Gerusalemme da parte del re Nabucodonosor (605–586 a.C.) e i 70 anni di cattività in Babilonia che seguirono, avevano fatto svanire molte speranze e ideali dei Giudei, quale popolo di Dio. Per questo motivo quanti ritornarono per ricostruire Gerusalemme avevano bisogno di un nuovo incoraggiamento spirituale. Erano stati privati del loro senso d’identità nazionale e di popolo scelto. Perciò avevano bisogno di rinnovare la propria fede e la speranza nelle Sue promesse per il futuro. 1 e 2 Cronache furono scritti per affrontare tali necessità.

I libri di Cronache, Esdra e Neemia furono tutti scritti per i Giudei tornati in Palestina (vd. introduzione ai libri di Esdra e Neemia). Lo stile, il linguaggio, la prospettiva e lo scopo di questi libri sono molto simili. Quasi tutti gli studiosi, perciò, sono concordi nel ritenerli opera di un solo scrittore, probabilmente il sacerdote e scriba Esdra. A confermare tale ipotesi sono anche il Talmud (la collezione di antichi scritti, fondamento della legge religiosa degli Ebrei) e la maggior parte degli antichi studiosi ebrei e cristiani. Poiché i libri di 1 e 2 Cronache sono stati scritti da una prospettiva sacerdotale e probabilmente durante la vita di Esdra, e visto che gli ultimi versetti di 2 Cronache (36:22, 23) sono ripetuti anche in Ed 1:1-3, sembra che ci sia una forte conferma dell’opinione tradizionale secondo la quale “il cronista” di questi avvenimenti sia stato proprio Esdra.

Per compilare le Cronache lo scrittore deve essersi servito di informazioni tratte da molte fonti scritte, tra cui, molto probabilmente, alcuni libri dell’Antico Testamento e altri documenti personali di re e profeti (vd. 1Cr 29:29; 2Cr 9:29; 12:15; 20:34; 32:32). Gli studiosi si sono chiesti come abbia potuto Esdra acquisire le informazioni utili a compilare le Cronache, ma sembra che proprio la sua posizione di autorità gli abbia consentito di accedere a tutti i documenti. Con tutta probabilità è in questo modo che lo Spirito Santo ha guidato la composizione di questi due libri.

Scopo

Le Cronache furono scritte per i Giudei che ritornarono dall’esilio e che avevano bisogno di ricordare la loro storia, per sentirsi ancora uniti ai loro padri e alla loro identità di popolo con cui Dio aveva stretto un patto solenne. Per fare questo, furono evidenziate tre questioni chiave: (1) l’importanza per i Giudei di mantenere la loro eredità etnica e spirituale; (2) l’importanza della legge di Dio, del tempio e del sacerdozio nell’ambito del rapporto con il Signore. Queste cose dovevano essere considerate molto più importanti della fedeltà o della lealtà a un sovrano; (3) la speranza finale di Israele nella promessa divina del Messia (cioè “l’Unto” di Dio, il Salvatore) che sarebbe stato discendente di Davide e avrebbe regnato per sempre (1Cr 17:14).

Sommario

Benché la redazione e la prospettiva di 1 e 2 Cronache siano datate dopo il tempo dell’esilio giudeo, i libri contengono una panoramica della storia dell’Antico Testamento da Adamo fino all’editto del re Ciro di Persia (ca. 538 a.C.), il quale permise ai Giudei di ritornare in patria poco dopo la sua vittoria sui Babilonesi. 1 Cronache tratta principalmente due temi: la genealogia di Israele (capp. 1–9) e la storia di Davide (capp. 10–29).

(1) I capp. 1–9 descrivono la storia particolare del rapporto di Israele con Dio e come divenne il Suo popolo eletto. Questi capitoli presentano le genealogie da Adamo ad Abraamo e a Davide, fino all’esilio babilonese. Essi rivelano che la tribù di Giuda viene al primo posto tra quelle dei dodici figli di Giacobbe (Israele), perché la famiglia di Davide, il tempio e il Messia (Cristo) vennero tutti da essa. Le genealogie (l’origine e la discendenza delle famiglie) rivelano come il Signore scelse e preservò (mantenne in vita) un popolo particolare dagli inizi della storia dell’umanità fino al momento in cui i Giudei ritornarono in patria dopo l’esilio. È evidente che il libro è scritto dal punto di vista di un sacerdote. I capitoli sono pieni di particolari attenzioni prestate alle famiglie dei sacerdoti e dei Leviti.

(2) I capp. 10–29 riguardano la storia e il regno di Davide, elogiano i suoi valorosi guerrieri (capp. 11, 12) e le sue grandi vittorie militari (capp. 14, 18–20). Inoltre, elencano con dovizia di particolari i ministri, i sacerdoti e i musicisti leviti nello svolgimento delle rispettive funzioni (capp. 23–26). Lo scrittore evidenzia come Davide ricondusse l’arca del patto (che rappresentava la presenza di Dio in Israele) e come stabilì Gerusalemme quale centro di culto a Dio (capp. 13–16; 22; 28, 29). La descrizione del regno di Davide in 1 Cronache differisce dal racconto in 2 Samuele, perché omette i dettagli dei peccati di adulterio e di omicidio, commessi dal re. Non si fa neppure menzione della lista delle conseguenze tragiche che i peccati di Davide gli procurarono, mentre 1 Cronache aggiunge altri particolari omessi in 2 Samuele. Troviamo, infatti, i progetti particolareggiati di Davide e la grande quantità di materiali da lui raccolti per la costruzione del tempio e per consolidare il culto a Dio a Gerusalemme. Sotto la guida dello Spirito Santo, le differenze tra i resoconti in 1 Cronache e 2 Samuele esistono perché le Cronache potessero fornire le informazioni necessarie alla comunità giudaica dopo il ritorno dall’esilio.