Scrittore

Anonimo

Tema

Regno di Davide

Datazione del testo

fine del X secolo a.C.

Contesto

1 e 2 Samuele sono un solo libro nell’Antico Testamento ebraico. Il contesto di 2 Samuele è discusso ampiamente nell’introduzione a 1 Samuele. Gli eventi narrati in 1 Samuele vanno dalla nascita di Samuele alla morte di Saul e ricoprono circa un secolo (ca. 1105–1010 a.C.), mentre quelli di 2 Samuele raccontano soltanto il regno di Davide, un periodo di quarant’anni (ca. 1010–970 a.C.).

Scopo

2 Samuele ricorda ancora la sovranità di Dio su Israele. La vita di Davide e la storia del suo regno sono l’effettiva e pratica testimonianza di quanto Mosè scrisse nel Deuteronomio, per ispirazione divina, riportando le parole del patto di Dio con Israele: l’ubbidienza porta con sé la benedizione del Signore, la disubbidienza maledizione e giudizio (vd. De 27–30).

Sommario

La narrazione completa della vita di Davide si protrae tra 1S 16:1 e 1R 2:11. Il secondo libro di Samuele inizia con la morte del re Saul e l’unzione di Davide a Ebron come re di Giuda. Davide regnò sulla tribù di Giuda per sette anni e mezzo (capp. 1–4). Il resto del libro si focalizza sui successivi 33 anni di regno su tutto Israele con Gerusalemme come città principale (capp. 5–24). Il punto nodale del libro e della vita di Davide fu il suo adulterio con Bat-Sceba che comportò l’omicidio di Uria, suo marito (cap. 11). Prima di questo tragico evento, Davide rappresentava molti degli ideali di un re consacrato. Sotto il favore, la saggezza e l’unzione (cioè l’abilità conferita) di Dio, egli:

(1) conquistò Gerusalemme dai Gebusei e la rese capitale (cap. 5);

(2) portò l’arca del patto a Gerusalemme tra le grida d’esultanza del popolo d’Israele (cap. 6);

(3) sconfisse i nemici di Israele, iniziando dai Filistei (capp. 8–10). “Davide divenne sempre più grande e il Signore, il Dio degli eserciti, era con lui” (5:10).

Egli aveva capito che il Signore lo aveva stabilito come re di Israele ed era apertamente consapevole e sottomesso all’autorità di Dio su di sé e sulla nazione. Dio promise che un discendente di Davide avrebbe regnato per sempre su Israele, uno che avrebbe ricoperto perfettamente il ruolo di sovrano (7:12-17; cfr. Is 9:6, 7; 11:1-5; Gr 23:5, 6; 33:14-16). Dopo il peccato di adulterio e di omicidio, il declino morale e la ribellione tormentarono la famiglia di Davide (capp. 12–17) e l’intera nazione (capp. 18–20) per gli anni successivi.

Benché Davide si fosse ravveduto sinceramente e avesse sperimentato la misericordia e il perdono di Dio (12:13; cfr. Sl 51), le conseguenze del suo peccato perdurarono per tutta la sua vita e anche oltre (cfr. 12:7-12). Il Signore tuttavia non lo rigettò come re, come aveva fatto con Saul (cfr. 1S 15:23), perché il peccato di Davide non lo portò lontano da Dio. L’ardore di Davide per il Signore (vd. le sue poesie e cantici nel libro dei Salmi) e l’avversione verso tutto ciò che lo distoglieva dalla vera adorazione, lo hanno reso il termine di paragone per tutti gli altri re di Israele (cfr. 2R 18:3; 22:2). 2 Samuele si conclude con Davide che acquista la parte del paese che diventerà poi il suolo su cui sarà edificato il tempio (24:18-25).