Scrittore

Mosè

Tema

Liberazione e Redenzione

Datazione del testo

ca. 1445–1405 a.C.

Contesto

Il libro di Esodo continua la narrazione e il resoconto degli eventi che hanno avuto inizio in quello di Genesi. Il titolo del libro deriva dalla parola greca “exodos”, che significa “uscita” o “partenza”. I greci usarono questo termine nel titolo della versione Septuaginta (la traduzione in greco dell’Antico Testamento). Esso si riferisce all’azione miracolosa di Dio che determinò la liberazione degli Israeliti dalla schiavitù d’Egitto, nonché il loro esodo da quella terra. Ci sono teorie controverse che riguardano due aspetti del libro di Esodo: la data della partenza di Israele dall’Egitto e la paternità dello scritto.

(1) Per quanto riguarda la prima, gli studiosi propongono due date diverse. (a) La prima (a cui ci si riferisce come la data biblica) è basata su 1R 6:1, e stabilisce che la partenza degli Israeliti avvenne 480 anni prima del “quarto anno del regno di Salomone”. Questo evento fissa la data dell’esodo intorno al 1445 a.C. In Gc 11:2, anche Iefte (ca. 1100 a.C.) dichiara che Israele aveva occupato quella terra per 300 anni, per cui la conquista della terra promessa sarebbe avvenuta intorno all’anno 1400 a.C. Questa cronologia, che considera la conquista di Canaan e il periodo in cui i giudici governarono in Israele, concorda con la storia tramandataci dei primi tre re di Israele (Saul, Davide e Salomone). (b) I critici della teologia liberale propongono, invece, una data successiva al 1290 a.C. Essi si basano su ipotesi riguardanti alcuni governatori dell’Egitto e su ricerche archeologiche di discutibile attendibilità che fissano la data della distruzione delle città cananee (quando Israele prese possesso della terra promessa) durante il XIII secolo a.C.

(2) Taluni studiosi sostengono che Mosè non sia lo scrittore del libro di Esodo. (a) Alcuni interpreti moderni, infatti, affermano che il libro sia l’insieme di più scritti, opera di redattori diversi. Secondo tale ipotesi, il contenuto di Esodo sarebbe stato completato molto tempo dopo la morte di Mosè. La teoria è stata denominata con l’acronimo di JEDP, dove ogni lettera è l’abbreviazione di quattro diversi documenti, composti in epoche e luoghi differenti nel corso di più secoli, perciò redatti da più scrittori. Chi accetta questa teoria sostiene altresì che il Pentateuco, Esodo compreso, sia soltanto il frutto dell’invenzione di uomini e non la ispirata rivelazione di Dio. Indubbiamente dissentiamo da queste ipotesi. (b) La tradizione ebraica (Gs 8:31-35), la testimonianza di Gesù stesso (cfr. Mr 12:26), l’insegnamento dei primi cristiani e gli studiosi evangelici contemporanei attribuiscono a Mosè l’origine del libro (vd. introduzione al Deuteronomio). Segni evidenti e prove all’interno del libro stesso confermano ulteriormente la tesi secondo cui Mosè ne sia stato lo scrittore. La presenza di molti dettagli e particolari indica, inoltre, che lo scrittore non poteva essere altri che un testimone oculare degli eventi in esso narrati (ad es. 2:12; 9:31, 32; 15:27). Alcune parti del libro, infine, attestano il diretto coinvolgimento di Mosè nello scritto (ad es. 17:14; 24:4; 34:27).

Scopo

L’Esodo è stato scritto per fornire una fedele testimonianza storica di come il Signore abbia liberato il popolo di Israele dalla schiavitù d’Egitto e lo abbia stabilito come nazione eletta. Il libro, inoltre, offre una rivelazione scritta del patto che Dio ha stretto con Israele. L’Esodo, dunque, rappresenta un passaggio importante nella rivelazione di Dio stesso e del Suo piano per l’umanità, che raggiunge l’apice nel Nuovo Testamento attraverso la Persona divina di Gesù Cristo.

Sommario

Il libro di Esodo inizia con la storia dei discendenti di Giacobbe, oppressi e schiavi in Egitto, a cui hanno persino ucciso i loro bambini. Il libro termina con la descrizione della potente presenza del Signore, chiaramente visibile nella gloria che riempie il tabernacolo, chiamato anche “tenda di convegno”. Dio stesso ne aveva ordinato la costruzione, e aveva comandato ad Israele di portarlo con sé durante il viaggio nel deserto. L’Esodo si divide in tre sezioni principali.

(1) I capp. 1–14 descrivono Israele in Egitto oppresso da un sovrano che non conosceva Giuseppe, e raccontano di come il Signore lo abbia salvato “con braccio steso e con potenti atti di giudizio” (6:6). Tra gli eventi importanti che si verificano in questo periodo della storia di Israele ci sono: (a) la nascita di Mosè, miracolosamente preservato dalla morte, e la sua formazione (cap. 2); (b) la chiamata di Mosè e il mandato affidatogli da Dio nella manifestazione del pruno ardente (capp. 3, 4); (c) le dieci piaghe (capp. 7–12); (d) la Pasqua (cap. 12); (e) la traversata del Mar Rosso (capp. 13, 14). L’esodo di Israele dall’Egitto è visto in tutto l’Antico Testamento come la più grande esperienza di redenzione (cioè salvezza, liberazione, scampo) sotto l’Antico Patto.

(2) I capp. 15–18 descrivono Israele nel deserto in cammino verso il Monte Sinai. Il Signore guidò il Suo popolo servendosi di una colonna di fuoco di notte e di una nuvola di giorno. Egli provvide anche la manna, le quaglie e l’acqua, mentre li preparava a seguirLo per fede e ubbidienza.

(3) I capp. 19–40 descrivono Israele al Monte Sinai, dove riceve da Dio una rivelazione riguardante (a) il patto (cap. 19), (b) i Dieci Comandamenti (cap. 20), (c) il tabernacolo e il sacerdozio (capp. 25–31). Il libro si conclude con il completamento del tabernacolo, “dimora” di Dio, luogo di adorazione per il Suo popolo, che può così contemplare la Sua gloria che riempie la tenda come una nuvola (cap. 40).