Scrittore

Giosuè

Tema

La conquista di Canaan

Datazione del testo

XIV secolo a.C.

Contesto

Il libro di Giosuè è il seguito della storia d’Israele descritta nel Pentateuco (i primi cinque libri dell’Antico Testamento). Racconta il passaggio del fiume Giordano da parte del popolo per entrare in Canaan, la terra promessa, dopo la morte di Mosè. È anche il resoconto della conquista e dell’insediamento in Canaan da parte delle dodici tribù di Israele sotto la guida di Giosuè.

La data biblica per l’insediamento israelita in Canaan è intorno al 1405 a.C. Il libro copre i 25-30 anni successivi della storia di Israele e racconta come Dio “diede dunque a Israele tutto il paese che aveva giurato ai padri di dar loro” (21:43).

Il libro descrive la vita e il servizio di Giosuè come guida, scelta da Dio, dopo la morte di Mosè. Il libro, quindi, prende nome dal suo personaggio principale, che si distingue come uomo scelto dal Signore. Mosè, dal canto suo e sotto la guida di Dio, lo aveva ben preparato a essere conduttore del popolo per la conquista del paese di Canaan. Giosuè aveva visto la fine della schiavitù di Israele in Egitto, ed era stato testimone delle dieci piaghe che colpirono gli egiziani e che precedettero la liberazione del popolo dall’oppressione. Egli aveva partecipato alla prima Pasqua, attraversato miracolosamente il Mar Rosso e visto i segni (e i giudizi) soprannaturali durante i viaggi di Israele nel deserto. Servì Mosè come capo militare nella battaglia contro gli Amalechiti poco dopo la partenza dall’Egitto (Es 17:8-16). Giosuè fu l’unico ad accompagnare Mosè sul Monte Sinai quando Dio diede a Israele i dieci comandamenti (Es 24:12-18). Come assistente di Mosè, Giosuè dimostrò una profonda e forte devozione e un intenso amore per il Signore, spesso passando lunghi periodi da solo con Lui (Es 33:11). Imparò certamente molto da Mosè circa la gioia di seguire Dio e le difficoltà di guidare il popolo. A Cades, Giosuè prestò servizio come uno dei dodici esploratori che fecero la prima ricognizione del paese di Canaan e, assieme a Caleb, si oppose con fermezza alla relazione della maggioranza impaurita e incredula (Nu 14). Per molti anni, prima di prendere il posto di Mosè alla guida di Israele, Giosuè si dimostrò un uomo di fede, di visione, di coraggio, di lealtà, di ubbidienza, di preghiera e di dedizione a Dio e alla Sua Parola. Quando giunse il momento in cui fu scelto per succedere a Mosè, Giosuè fu descritto come un uomo “in cui è lo Spirito” (Nu 27:18; cfr. De 34:9).

La tradizione ebraica (il Talmud, la collezione di scritti che costituiscono il fondamento della legge religiosa ebraica, composto dalle antiche interpretazioni delle Scritture e dai commentari successivi su di esse) attribuisce a Giosuè la paternità del libro. Il libro fa menzione per due volte a Giosuè come il suo redattore (18:9; 24:26). L’evidenza interna al libro stesso indica in modo chiaro che lo scrittore era testimone oculare della conquista (cfr. “noi” in 5:6; notare che Raab era ancora in vita quando il libro fu scritto, 6:25). Le parti del libro aggiunte dopo la morte di Giosuè (es. 15:13-17 cfr. Gc 1:9-13; 24:29-33) furono probabilmente scritte da uno “degli anziani, che sopravvissero a Giosuè” (24:31). Giosuè morì attorno al 1375 a.C. all’età di 110 anni (24:29).

Scopo

Il libro di Giosuè fu scritto come una testimonianza della fedeltà del Signore nell’adempiere le promesse del Suo patto con Israele, in modo particolare per quanto riguardava il paese di Canaan (23:14; cfr. Ge 12:6, 7). Le vittorie della conquista sono descritte come atti di redenzione (cioè salvezza, liberazione) di Dio per Israele e i Suoi atti di giudizio sulle popolazioni cananee tremendamente corrotte (vd. De 9:4). La guerra e la violenza, descritte nel libro, vanno considerate da questa prospettiva. L’archeologia conferma che i popoli, di cui Israele prese il posto nel paese, erano caratterizzati da forme di immoralità e crudeltà estreme.

Sommario

Il libro di Giosuè inizia dove termina il Deuteronomio. Israele era ancora accampato sulle pianure di Moab (De 34:1), direttamente a est di Gerico e del fiume Giordano. Il libro si divide in tre sezioni.

(1) La prima sezione (1:1–5:15) inizia con la descrizione dell’incarico dato dal Signore a Giosuè di succedere a Mosè e della preparazione di Israele per l’ingresso in Canaan (1:1–3:13). Descrive, successivamente, il passaggio del Giordano (3:14–4:24) e le prime cerimonie del patto nel paese (cap. 5). Dio promise a Giosuè: “Ogni luogo che la pianta del vostro piede calcherà, io ve lo do” (1:3).

(2) La seconda sezione (6:1–13:7) descrive come Israele ubbidì al Signore e riportò vittorie straordinarie su città-stato ben armate, protette e imponenti, sia al centro (capp. 6–8), sia al meridione (capp. 9, 10), sia al settentrione (capp. 11, 12) di Canaan. Attraverso una serie di battaglie, Israele assunse il controllo della regione montuosa (da sud a nord) e del Neghev. Il modo tanto insolito, con cui Gerico fu conquistata, dimostrò chiaramente chi era il Capitano dell’esercito di Israele, vale a dire Dio; e che soltanto Lui era responsabile del successo del popolo (cap. 6). La sconfitta di Israele ad Ai rivela l’onestà descrittiva presente nel libro e le gravi conseguenze che seguono nel disubbidire al Signore (cap. 7); per una panoramica delle vittorie di Israele in Canaan.

(3) La terza sezione (13:8–22:34) documenta la divisione del paese, fra le dodici tribù di Israele, da parte di Giosuè. Inoltre, vi troviamo la descrizione dell’eredità di Caleb (l’unico fedele che, insieme a Giosuè, aveva fatto parte dei dodici esploratori inviati 40 anni prima in Canaan), l’istituzione delle 6 città di rifugio e delle 48 città dei Leviti sparse tra le tribù. Il libro si conclude con due messaggi di commiato di Giosuè (23:1–24:28) e una breve citazione sulla morte di Giosuè ed Eleazar, il sommo sacerdote (24:29-33).