Scrittore

Esdra (?)

Tema

La vera adorazione, il risveglio e la riforma

Datazione del testo

450–420 a.C.

Contesto

Dato che 1 e 2 Cronache erano in origine un solo libro nell’Antico Testamento ebraico, il contesto di 2 Cronache è trattato più a fondo nell’introduzione a 1 Cronache. 2 Cronache copre lo stesso periodo di storia dei libri di 1 e 2 Re, che comprende il regno di Salomone (971–931 a.C.) e la divisione di Israele nel Regno del Nord e nel Regno del Sud (930–586 a.C.). Dopo la morte di Salomone, il Regno di Israele attraversò delle difficoltà interne tanto da scindersi in due regni separati: quello del Nord, che mantenne il nome di Israele, composto da dieci delle dodici tribù d’Israele, e quello del Sud, chiamato Giuda, che comprendeva la tribù omonima e parti delle tribù di Beniamino e Simeone. Alcuni gruppi di persone fedeli al Signore si spostarono a sud per adorare Dio a Gerusalemme.

A differenza di 1 e 2 Re, che descrivono la storia di entrambi i Regni, 2 Cronache si concentra soltanto sulle sorti di Giuda. Lo scrittore considera il Regno del Sud come l’alveo principale ove scorre la “storia di redenzione” di Israele che culmina con il piano di Dio per la salvezza dell’umanità intera.

Infatti:

(1) il tempio di Gerusalemme continuava a essere il centro del vero culto a Dio;

(2) i re di Giuda erano discendenti di Davide, a cui il Signore aveva promesso un regno eterno (1Cr 17:9-14);

(3) Giuda era la tribù a cui apparteneva la maggior parte degli Ebrei che ritornarono dall’esilio (da quello che ormai era diventato l’Impero Persiano) e che ricostruirono Gerusalemme e il tempio (per una breve panoramica e illustrazione di quello che l’esilio ha comportato, vd. introduzione a 2 Re ed Esdra; vd. anche note 2R 15:29; 17:6; 24:1).

2 Cronache fu scritto dalla prospettiva di un sacerdote durante la seconda metà del V secolo a.C. quando il tempio, il sacerdozio e le promesse di Dio attraverso il patto con Davide avevano riacquistato la loro importanza.

Scopo

Come 1 Cronache, anche 2 Cronache fu scritto a beneficio dei gruppi di Giudei che tornarono in patria dall’esilio (vd. introduzione a Esdra e Neemia). Dopo i lunghi anni in cui erano stati costretti a ignorare e misconoscere la loro identità nazionale, i Giudei avevano un forte bisogno di ritrovare le proprie origini da un punto di vista culturale e spirituale. Pertanto, piuttosto che evidenziare le infedeltà del passato di Israele, 2 Cronache pone l’enfasi sugli aspetti più positivi del regno e della sua storia.

Il libro parla del risveglio, delle riforme spirituali e della benedizione di Dio su quanti Gli erano rimasti fedeli. Il Signore, in questo modo, rinvigorì gli stanchi esuli di Babilonia e diede loro una rinnovata speranza per guardare verso il futuro. Inoltre, rammentò loro che erano il popolo legato al Signore dal patto (il patto di Dio si basava sulle Sue leggi, sulle Sue promesse e sull’ubbidienza e la fedeltà del popolo), inteso a dimostrare al mondo intero la Sua potenza e la Sua volontà.

Sommario

La storia di 2 Cronache si divide in due sezioni principali.

(1) I capp. 1–9 sono dedicati al regno di Salomone, che costituì per Israele un periodo favorevole in cui raggiunse l’apice in termini di pace, potere, ricchezza e influenza. Eppure, in conformità con il tema predominante dell’intero libro, ben sei dei nove capitoli descrivono dettagliatamente la costruzione e la dedicazione del tempio come il centro dell’adorazione di Dio in Israele (capp. 2–7).

(2) I capp. 10–36 contengono un resoconto molto succinto dei re di Giuda, dopo la morte di Salomone, e della divisione del regno. Benché Giuda avesse raggiunto un alto livello di ribellione a Dio e di declino nazionale, 2 Cronache si concentra in particolare sui re fedeli al Signore e ai Suoi propositi, come Asa (capp. 14, 15), Giosafat (capp. 17, 19, 20), Ioas (cap. 24), Ezechia (capp. 29–32) e Giosia (capp. 34, 35). Ognuno di questi re diede inizio a importanti momenti di risveglio e riforme spirituali e continuò a essere di esempio per il resto del popolo. La maggioranza dei capp. 10–36 si concentra su questi regnanti, iniziatori del rinnovamento e delle riforme spirituali, ma ci sono anche particolari delle azioni di alcuni re malvagi, responsabili della corruzione e del crollo del regno. Il libro termina con l’editto del re Ciro di Persia, che permise agli esuli Giudei di ritornare in patria e ricostruire il loro tempio a Gerusalemme (36:22, 23).