Scrittore

Davide e altri

Tema

Preghiere e lodi

Datazione del testo

Principalmente dal X al V sec. a.C.

Contesto

Il nome ebraico del Libro dei Salmi è tehillim, che significa “lodi”. Il titolo nella Versione dei Settanta (la traduzione greca dell’Antico Testamento ebraica, scritta attorno al 200 a.C.) è psalmoi, che significa “canti da accompagnare con strumenti a corda”. Il titolo in italiano “Salmi” deriva, com’è chiaro, dalla Versione dei Settanta. La musica svolgeva un ruolo importante nell’adorazione dell’antico Israele (cfr. Sl 149, 150; 1Cr 15:16-22). I salmi erano i suoi inni o cantici di adorazione a Dio. La poesia e il canto nel mondo occidentale prevedevano quasi sempre la composizione di versi in rima, con alcuni schemi basilari di ritmo. La poesia e i cantici dell’Antico Testamento, però, si basavano su schemi di pensiero parallelo.

Questo significa che il secondo verso, o tutti i versi successivi di una poesia, di solito fanno una delle seguenti cose:

(1) esprimono nuovamente il primo verso o concetto con parole diverse (parallelismo sinonimo);

(2) contrastano il primo verso o pensiero, affermandone l’opposto o un altro aspetto (parallelismo antitetico);

(3) completano, ampliano o definiscono ulteriormente il primo verso o pensiero (parallelismo sintetico). Tutte e tre le forme di parallelismo si usano in tutto il libro dei Salmi. Il salmo più antico è probabilmente quello di Mosè, risalente al XV secolo a.C. (Salmo 90), mentre quelli più recenti sono del VI e V secolo a.C. (ad es. Salmo 137).

La maggior parte dei salmi, tuttavia, fu scritta nel X secolo a.C. durante “l’età d’oro” della poesia in Israele. Titoli editoriali o brevi appunti, che forniscono ulteriori informazioni sul salmo, si trovano subito prima del testo della maggior parte dei componimenti. Non fanno parte del testo originale ispirato da Dio, tuttavia sono importanti e furono aggiunti al testo ben prima della sua traduzione in greco. Gli appunti contengono informazioni come:

(1) il nome dello scrittore (ad es. il Salmo 47 è “Dei figli di Core”);

(2) il tipo di salmo (ad es. il Salmo 32 è un “maskil” – tradotto “cantico” in italiano–probabilmente un termine letterario o musicale che indica una poesia che induce a riflettere o istruisce);

(3) termini musicali (ad es. il Salmo 4 è introdotto dalle parole: “Al direttore del coro. Per strumenti a corda”);

(4) notazioni liturgiche o note cerimoniali per un particolare tipo di culto (ad es. il Salmo 45 è un “Canto d’amore”);

(5) brevi notazioni storiche (ad es. il Salmo 3 è un “Salmo di Davide, composto quand’egli fuggiva davanti ad Absalom, suo figlio”).

Per quanto riguarda gli scrittori dei salmi, le note editoriali attribuiscono 73 salmi a Davide, 12 ad Asaf (un levita e cantore; vd. 1Cr 15:16-19; 2Cr 29:30), 10 ai figli di Core (una famiglia di cantori), 2 a Salomone, 1 a Eman, 1 a Etan e 1 a Mosè. A eccezione di Mosè, Davide e Salomone, tutti gli altri scrittori nominati furono sacerdoti o leviti (cioè ministri e cantori della tribù di Levi). Costoro avevano ricevuto da Dio uno spiccato talento musicale, che usarono nel corso delle cerimonie di adorazione, durante il regno di Davide. Cinquanta salmi sono anonimi (cioè non se ne conoscono gli scrittori). I riferimenti biblici e storici suggeriscono che Davide (cfr. 1Cr 15:16-22), Ezechia (cfr. 2Cr 29:25-30; Pr 25:1) ed Esdra (cfr. Ne 10:39; 11:22; 12:27-36, 45-47) contribuirono ciascuno a raccogliere i salmi per utilizzarli nell’adorazione pubblica a Gerusalemme. Il libro molto probabilmente prese la sua forma definitiva nel periodo di Esdra e di Neemia (450–400 a.C.).

Scopo

I Salmi, in quanto preghiere e lodi ispirate dallo Spirito Santo, furono scritti per esprimere i profondi sentimenti del cuore umano in rapporto con Dio.

(1) Molti furono scritti come preghiere che esprimono: (a) fiducia, amore, adorazione, ringraziamento, lode e il desiderio di un rapporto più intimo con il Signore; (b) scoraggiamento, profonda angoscia, paura, ansia, umiliazione e una preghiera per la liberazione, la guarigione o per essere difesi dai nemici.

(2) Altri furono scritti come cantici, che esprimono lode, ringraziamento e adorazione, per celebrare Dio per quello che Egli è e per le grandi cose che ha fatto.

(3) Alcuni salmi contengono versi che indicano profeticamente il Messia (cioè il Salvatore, il Cristo).

Sommario

Essendo una raccolta di 150 cantici individuali, l’intero libro dei Salmi tratta un’ampia gamma di temi: la rivelazione di Dio, la creazione, l’umanità, la salvezza, il peccato e il male, la giustizia e la rettitudine, l’adorazione e la lode, la preghiera e il giudizio. Gli scrittori dei salmi vedono il Signore in vari modi. Egli è una fortezza, una rocca, uno scudo, un pastore, un guerriero, il creatore, un re, un giudice, un redentore, un sostenitore, un guaritore, un vendicatore ma anche un Dio che esprime amore, giudizio e compassione. I salmi rivelano altresì la natura di Dio: Egli è sempre in ogni luogo (onnipresente), sa ogni cosa (onnisciente) e può ogni cosa (onnipotente). Anche il popolo di Dio è descritto in diversi modi: la pupilla del Suo occhio, un gregge, un popolo santo, retto e giusto che il Signore “… ha tratto fuori … dal pantano fangoso; ha fatto posare i [suoi] piedi sulla roccia … ha messo nella [sua] bocca un nuovo cantico” (Salmo 40:2). Dio dirige i passi dei Suoi fedeli, soddisfa i loro profondi bisogni spirituali e provvede per loro una dimora eterna.

Un modo molto utile per esaminare o studiare il libro dei Salmi è considerare le “categorie generali”, che ci aiutano a classificarli (sebbene alcune di esse si sovrappongano). Le categorie principali sono tredici.

(1) Salmi di lode o dell’Alleluia. Questi salmi mettono in risalto il nome, la maestà, la bontà, la grandezza e la salvezza di Dio (ad es. Sl 8; 21; 33, 34; 103–106; 111–113; 115–117; 135; 145–150).

(2) Salmi di ringraziamento. Parlano degli atti di salvezza, di liberazione, di aiuto o di soccorso di Dio verso il singolo o verso Israele come nazione (ad es. Sl 18; 30; 34; 41; 66; 92; 100; 106; 116; 118; 124; 126; 136; 138).

(3) Salmi di preghiera e di supplica. Questi salmi comprendono espressioni di dolore, richieste per diverse necessità, dal desiderio di sentire la Sua presenza e di avere comunione con Lui alle preghiere per il Suo popolo (ad es. Sl 3–6; 13; 43; 54; 67; 69, 70; 79, 80; 85, 86; 88; 90; 102; 141–143).

(4) Salmi penitenziali. Essere penitenti significa esprimere un dolore sincero per il peccato. Questi salmi pongono l’enfasi sulla necessità di ammettere e confessare i peccati con un atteggiamento di profondo dolore e ravvedimento (ad es. Sl 32; 38; 51; 130).

(5) Salmi storici. Ricordano la relazione di Dio con Israele come nazione (ad es. Sl 78; 105; 106; 108; 114; 126; 137).

(6) Salmi di celebrazione del Signore sul Suo trono. Questi salmi dichiarano con forza che “il Signore regna” (ad es. Sl 24; 47; 93; 96–99).

(7) Salmi liturgici. La liturgia intesa come l’ordine secondo il quale ogni riunione di culto dovrebbe essere svolta. Questi salmi furono composti per dare una forma ordinata e composta a culti, cerimonie, celebrazioni o feste speciali (ad es. Sl 15; 24; 45; 68; 113–118; questi ultimi sei si usavano ogni anno durante la celebrazione della Pasqua).

(8) Salmi di fiducia e di devozione. Questi salmi esprimono: (a) la fiducia dell’individuo nell’integrità di Dio (cioè la verità del Suo carattere) e il potere della Sua presenza; (b) la devozione sincera verso il Signore (ad es. Sl 11; 16; 23; 27; 31, 32; 40; 46; 56; 62, 63; 91; 119; 130, 131; 139).

(9) Salmi dei pellegrinaggi. Chiamati anche “I canti di Sion” o “I canti dell’ascensione”. Questi salmi furono cantati dai pellegrini durante il loro viaggio a Gerusalemme per le feste annuali della Pasqua, della Pentecoste e delle Capanne (ad es. Sl 43; 46; 48; 76; 84; 87; 120–134).

(10) Salmi della creazione. Descrivono l’opera creativa di Dio nei cieli e sulla terra (ad es. Sl 8; 19; 29; 33; 65; 104).

(11) Salmi di sapienza e di istruzione. Invitano a riflettere sull’opera del Signore e sui Suoi propositi. Insegnano il bene e il male secondo il Suo pensiero (ad es. Sl 1; 34; 37; 73; 112; 119; 133).

(12) Salmi regali o messianici. Questi descrivono le esperienze del re Davide o del re Salomone che hanno un significato profetico e che si sono adempiute nel Messia, Gesù Cristo (ad es. Sl 2; 8; 16; 22; 40, 41; 45; 68, 69; 72; 89; 102; 110; 118).

(13) Salmi imprecatori. Questi salmi invocano la maledizione e il giudizio di Dio sui malvagi (ad es. Sl 7; 35; 55; 58, 59; 69; 109; 137; 139:19-22). Molti credenti, nel corso degli anni, hanno espresso la loro perplessità circa questi salmi, perché mancherebbero di compassione e rivelerebbero forti desideri di vendetta. Leggendoli, però, dobbiamo tenere presente che furono scritti con uno zelo ardente per il nome e l’onore di Dio, la Sua giustizia e rettitudine. Questi salmi, inoltre, esprimono il forte odio del Signore per il male. Perciò, gli scrittori di questi componimenti non intendono esprimere un desiderio egoistico di vendetta, ma chiedono sostanzialmente a Dio di onorare i giusti e di sconfiggere i malvagi.