Scrittore
Salomone
Tema
Il dono e la bellezza dell’amore coniugale
Datazione del testo
ca. 960 a.C.
Contesto
Il nome ebraico di questo libro significa letteralmente “Cantico dei Cantici”, espressione che indica il componimento come il “miglior” o “pi. grande” cantico nuziale mai scritto, e tale era considerato dagli Israeliti, popolo di Dio. Gli studiosi della Bibbia concordano nel ritenere il re Salomone scrittore di questo libro (1:1). Egli fu uno scrittore molto versatile, perché compose almeno mille cantici (1R 4:32). Il suo nome appare nel primo versetto, che gli attribuisce la paternità dell’opera e in altri sei versetti del libro stesso (1:5; 3:7, 9, 11; 8:11, 12). Salomone è anche identificato come lo sposo. Originariamente il libro potrebbe essere stato un insieme di poemi che Salomone condivise con la propria sposa. Otto capitoli contengono riferimenti ad almeno sedici diverse specie di animali e ventuno varietà di piante. Salomone fece molti studi su entrambi questi soggetti e li citò in molti dei cantici (1R 4:33).
I riferimenti geografici nel libro indicano dei luoghi della terra di Israele, suggerendoci che fu composto prima che la nazione si dividesse tra Regno del Nord e Regno del Sud (per conoscere la storia della divisione di Israele sotto il regno di Salomone, vd. introduzione a 1R, 2R, 2Cr; vd. 1R 12-14 e 2Cr 10, 11). Salomone probabilmente compose il libro nei primi anni del suo regno, molto tempo prima di prendere per sé 700 mogli e 300 concubine (mogli nel senso legale del termine, ma a uno stato sociale più basso, 1R 11:3). Infatti, come potrebbe aver usato un tale linguaggio e così belle espressioni d’amore per una donna, se aveva già tante mogli e tante concubine (6:8)? La Sulamita, probabilmente, divenne sua sposa e sua prima moglie prima dell’ascesa al trono (3:11). Il riferimento alle altre donne, che troviamo in 6:8, potrebbe riflettere la situazione di Salomone al tempo in cui il libro fu formalmente pronto per la pubblicazione.
Il Cantico dei Cantici descrive la Sulamita come una ragazza del tutto comune, proveniente dalla campagna. Era bella e Salomone ne fu profondamente e appassionatamente innamorato, come uno potrebbe esserlo del suo primo amore. Poiché questo libro era usato nelle letture per il servizio di adorazione pubblica, il Cantico dei Cantici divenne uno dei cinque rotoli della terza parte della Bibbia ebraica, chiamati gli agiografi, “gli Scritti Sacri”. Ciascun rotolo era letto pubblicamente a una delle feste annuali ebraiche o in occasione di uno degli eventi commemorativi celebrati per onorare e ricordare un evento particolarmente importante. Il Cantico dei Cantici doveva essere letto durante la Pasqua.
Scopo
Questo libro, ispirato dallo Spirito Santo, fu incluso nella Bibbia perché l’uomo potesse sapere che Dio è Colui che ha stabilito l’istituzione del matrimonio e affinché le Sue creature potessero viverlo con amore e gioia. Il libro di Genesi ci rivela che il dono del matrimonio fu dato da Dio ancor prima che Adamo ed Eva peccassero, determinando la corruzione del genere umano (Ge 2:18-25). Sebbene il peccato abbia danneggiato la comprensione stessa di questo importante legame dell’esperienza umana, il Signore vuole che ogni relazione sessuale debba essere esclusivamente fra uomo e donna, all’interno del vincolo del matrimonio. Per questa ragione il Cantico dei Cantici ci provvede l’equilibrio corretto, il modello ben bilanciato tra i due estremi che gli uomini adottano con più frequenza rispetto alla loro vita sessuale:
(1) molti vogliono rigettare i vincoli e l’impegno matrimoniale per abbandonarsi a pratiche sessuali e stili di vita che Dio ha dichiarato illeciti e offensivi nei Suoi confronti;
(2) altri invece vedono il sesso esclusivamente come mezzo per la procreazione.
Sommario
L’analisi del libro del Cantico dei Cantici può risultare difficile, perché non si muove in modo sistematico, ordinato e logico dal primo capitolo all’ultimo. Esso segue piuttosto una sistemazione ciclica, come fosse composto da una serie di cerchi interconnessi, che si sviluppano intorno al tema centrale dell’amore. È costituito da 6 strofe o unità poetiche, ciascuna delle quali tratta di un aspetto del rapporto d’amore di Salomone con sua moglie (1:2–2:7; 2:8–3:5; 3:6–5:1; 5:2– 6:3; 6:4–8:4; 8:5-14). La moglie, ancora vergine, è descritta come “un giardino serrato” (4:12) e la consumazione del matrimonio come l’ingresso in quel giardino per goderne i frutti (4:16; 5:1).
La maggior parte delle conversazioni si svolge tra la sposa (la giovane Sulamita), Salomone (il re) e un gruppo di amici della sposa e dello sposo, chiamati “i figli di Gerusalemme”. Lo sposo e la sposa sono così innamorati l’uno dell’altra che, quando sono insieme, si sentono pienamente soddisfatti. Quando invece sono separati, desiderano la presenza l’uno dell’altra. L’apice del Cantico dei Cantici è nei versetti 6 e 7 del capitolo 8, che sottolineano la forza e la durata del vero amore.