Scrittore

Gioele

Tema

Il grande e terribile giorno del Signore

Datazione del testo

835–830 a.C. (?)

Contesto

Gioele, il cui nome significa “il Signore è Dio”, si presenta come “figlio di Petuel” (1:1). Il profeta Gioele non può essere identificato con alcuno delle altre dodici figure dell’Antico Testamento dallo stesso nome. Nelle Scritture è menzionato per nome soltanto nel suo libro e nel libro degli Atti nel Nuovo Testamento (At 2:16, benché parti della sua profezia siano citate da altri apostoli nel Nuovo Testamento). Gioele riporta molti particolari circa il ruolo dei sacerdoti dell’Antico Testamento, perciò alcuni credono che egli stesso fosse stato un profeta-sacerdote (cfr. Gr 28:1, 5). I tanti riferimenti a Sion, oltre che al ministerio nel tempio, suggeriscono che fosse profeta in Giuda (il Regno del Sud) e Gerusalemme, la capitale del regno. Gerusalemme è spesso chiamata “Sion”, come riferimento a un’importante fortezza che si ergeva nella parte più elevata della città conquistata da Davide (2S 5:6, 7). In seguito, “Sion” fu il nome della parte stessa della città dove si ergeva la roccaforte. Era probabilmente il luogo dove fu temporaneamente custodita l’arca del patto, in una particolare tenda. Quando fu costruito il tempio di Salomone, il termine “Sion” indicava anche il luogo specifico dove era stato eretto il tempio, diventando così un riferimento generale alla “dimora di Dio” (Sl 9:11; 74:2; Gl 3:21). A volte può anche raffigurare la Gerusalemme rinnovata e restaurata, in cui Cristo regnerà sulla Terra alla fine dei tempi (Is 52:8; 62:1-12) e alla città celeste eterna di Dio. Poiché Gioele non menziona alcun re o avvenimento storico a cui si possa collegare una data certa, il periodo e la durata del suo ministerio profetico non sono certi.

Alcuni ritengono che il ministerio di Gioele abbia avuto luogo dopo che gli esuli giudei (quanti erano stati sconfitti e mandati come prigionieri a Babilonia tra il 605–581 a.C. e che furono liberati più tardi dal re Ciro di Persia; vd. introduzione a Esdra) ritornarono a Gerusalemme e ricostruirono il tempio (ca. 510–400 a.C.). A quel tempo non c’era un re in Giuda e i principali capi spirituali erano sacerdoti. Altri credono che il messaggio di Gioele abbia avuto luogo durante i primi tempi del giovane re Ioas (835–830 a.C.). Ioas divenne re all’età di sette anni (2R 11:21) e rimase sotto la tutela e la guida del sommo sacerdote Ieoiada, mentre era minorenne. Questa situazione potrebbe spiegare perché Gioele menzionava spesso i sacerdoti, ma non fece mai riferimento a un re. Questo sembra il periodo più probabile per il ministerio di Gioele, perché viene prima della devastazione di Gerusalemme da parte dei Babilonesi nel 586 a.C. e parte della profezia di Gioele riguarda un futuro disastro su Giuda. Inoltre, il tema profetico e lo stile di scrittura di Gioele sono più vicini a quelli dei profeti dell’VIII secolo, Amos, Michea e Isaia, piuttosto che ai profeti successivi all’esilio, Aggeo, Zaccaria e Malachia. Questi e altri fatti forniscono un forte sostegno al parere che il contesto del libro sia il IX secolo. Nel libro sono descritti momenti molto difficili: un’invasione di locuste e una grave siccità. Questa combinazione di disastri naturali colpì la terra e il popolo di Giuda, coinvolgendo quasi ogni livello della società. La capacità di uno sciame di locuste di spogliare tutto il verde dalle piante per una zona di molti chilometri quadrati è ben documentata in quella parte del mondo sia ai tempi antichi sia in quelli moderni.

Scopo

Gioele parla di due disastri naturali, verificatisi di recente nel paese (vd. sopra), e della minaccia crescente di un’invasione militare di Giuda. Il suo ministerio ebbe un triplice proposito:

(1) richiamare il popolo e i suoi capi a un periodo di profonda e sincera preghiera (1:14; 2:15, 16);

(2) esortare il popolo a ravvedersi e a tornare umilmente al Signore con digiuni e preghiere per ottenere misericordia (2:12-17);

(3) annunciare un messaggio profetico d’incoraggiamento e benedizione da Dio per quanti si fossero sinceramente ravveduti (2:18–3:21).

Sommario

Il libro di Gioele si può dividere in tre sezioni.

(1) La prima sezione (1:2-20) descrive le conseguenze subite dal paese e dal popolo quando una grossa invasione di locuste distrusse completamente le vigne, gli alberi e i campi (1:7, 10). Questa situazione portò a grandi privazioni. In mezzo a questo disastro, il profeta esorta vigorosamente i capi spirituali di Giuda a guidare il popolo in un periodo di cordoglio e ravvedimento nazionale (1:13, 14).

(2) La seconda sezione (2:1-17) riporta la profezia di un giudizio di Dio ancora più severo, che sarebbe venuto dal nord (1:1-11). Questo giudizio sarebbe venuto sotto forma di: (a) un’altra invasione di locuste, descritta simbolicamente come un esercito distruttore; (b) un’invasione militare straniera. Il profeta chiedeva che si suonasse – letteralmente e spiritualmente – un allarme in Sion (cioè Gerusalemme, 2:1, 15) come avvertimento e segnale per la convocazione di un’assemblea solenne: un raduno collettivo di culto, in cui i sacerdoti e tutto il popolo si sarebbero raccolti umilmente per digiunare (cioè privarsi del cibo per poter dedicare più attenzione alle cose spirituali) e pregare con fervore che il Signore avesse pietà della nazione (2:12-17).

(3) La terza sezione (2:18–3:21) inizia descrivendo come il Signore provasse compassione quando vedeva il sincero ravvedimento del Suo popolo e la sua prontezza a seguirLo (i verbi ebraici in 2:18, 19a indicano un’azione compiuta, qualcosa che avevano già fatto). L’umile ravvedimento di Giuda, insieme alla grande misericordia del Signore, preparò il terreno per le profezie di Gioele riguardanti il futuro. Queste profezie compresero: (a) delle promesse di restaurazione (2:19b-27); (b) l’effusione dello Spirito Santo (quando Dio avrebbe mandato il Suo Spirito per dare potenza, guida e autorità; 2:28-31); (c) i giudizi di Dio (3:1-21).