Scrittore

Paolo

Tema

La salvezza spirituale e la libertà nella grazia mediante la fede

Datazione del testo

ca. 49 d.C.

Contesto

Paolo scrive questa lettera (1:1; 5:2; 6:11) “alle chiese della Galazia” (1:2). Alcuni ritengono che i Galati fossero i Galli dell’Asia Minore centrosettentrionale (discendenti di chi aveva invaso quel territorio nel III sec. a.C.), ma è molto più probabile che Paolo abbia scritto questa lettera alle chiese situate a sud della provincia romana della Galazia (Antiochia di Pisidia, Iconio, Listra, Derba), chiese che lui e Barnaba avevano fondato durante il loro primo viaggio missionario (At 13, 14). Sembra che la lettera fu scritta poco dopo che Paolo terminò quel viaggio e ritornò alla chiesa di Antiochia di Siria, prima del Concilio di Gerusalemme (At 15).

L’argomento principale affrontato in Galati è lo stesso che sarà poi dibattuto e risolto nel Concilio di Gerusalemme (ca. 49 d.C. cfr. At 15). Esso comprendeva una duplice questione: (1) la fede in Gesù Cristo come Salvatore e Signore (Colui che perdona il peccato e al Quale si deve ubbidienza) è l’unica condizione per ottenere la salvezza e la comunione personale con Dio? (2) è necessaria, per la salvezza e la comunione con Dio, anche l’ubbidienza a determinate leggi e pratiche veterotestamentarie? Risulta che Paolo scrisse ai Galati prima che questa controversia fosse formalmente discussa a Gerusalemme e dunque che la posizione ufficiale della Chiesa al riguardo fosse confermata. Questo significherebbe che la lettera ai Galati fu la prima delle lettere scritte da Paolo.

Scopo

Paolo era venuto a sapere che alcuni giudaizzanti confondevano e portavano scompiglio fra i nuovi credenti della Galazia, che Paolo aveva condotto alla fede in Cristo, proclamando un vangelo diverso. Costoro cercavano di imporre loro le restrizioni e gli obblighi della legge di Mosè (ciò che Dio aveva comunicato a Mosè per Israele). Una delle principali norme che questi tentavano di imporre ai nuovi credenti, era la pratica della circoncisione, che consiste nell’asportazione del prepuzio (nell’Antico Testamento era il segno del patto con Dio; vd. nota Ge 17:11). Quei falsi maestri affermavano che l’osservanza di tali prescrizioni era necessaria per essere salvati e far parte della Chiesa. Avendo saputo di ciò, Paolo scrive loro:

(1) per negare con fermezza che adempimenti legali – quali la circoncisione – abbiano alcunché a che fare con il dono della grazia di Dio (il Suo favore immeritato), la quale rende possibile la salvezza mediante la sola fede in Cristo;

(2) per riaffermare chiaramente che si riceve lo Spirito Santo e che si può vivere una vita spiritualmente rinnovata sempre e solo per mezzo della fede in Cristo e non tramite l’osservanza della legge dell’Antico Testamento.

Sommario

Secondo quanto scritto nella lettera, i giudaizzanti in Galazia stavano attaccando Paolo personalmente per indebolire la sua influenza nelle chiese. Tali oppositori affermavano che:

(1) Paolo non era in origine tra gli apostoli (il gruppo più stretto di discepoli di Gesù, incaricati da Lui personalmente di annunciare il Suo messaggio e di contribuire a fondare la Sua Chiesa; vd. nota At 14:4) e perciò l’autorità spirituale di Paolo non sarebbe stata legittima (cfr. 1:1, 7, 12; 2:8, 9);

(2) il suo messaggio non era coerente con quello predicato a Gerusalemme (cfr. 1:9; 2:2-10);

(3) il suo messaggio, incentrato sulla grazia, avrebbe avuto come risultato la sregolatezza e il disordine nel modo di vivere (cfr. 5:1, 13, 16, 19-21).

Queste affermazioni erano biblicamente errate.

Paolo risponde direttamente a queste tre accuse

(1) con chiarezza e forza inconfutabili egli difende la propria autorità di apostolo di Gesù Cristo, autorità che gli era stata data per rivelazione diretta dal Signore ed era sostenuta da Giacomo, Pietro e Giovanni, tre apostoli di Cristo (capp. 1, 2).

(2) egli difende appassionatamente il messaggio della salvezza e della libertà spirituale quali doni che si ricevono da Dio per la sola grazia e mediante la sola fede in Cristo (capp. 3, 4);

(3) infine, Paolo riafferma con forza che il vero Vangelo – la “buona notizia” del perdono e della vita rinnovata in Cristo – comporta la liberazione dalle tradizioni legalistiche giudaiche, come pure la liberazione dalle opere della carne, la natura umana ribelle al Signore.

La vera libertà cristiana consiste in una vita guidata dallo Spirito Santo e in adempimento alla “legge di Cristo”, il che corrisponde a uno stile di vita di amorevole sottomissione a Dio e attenzione verso il prossimo, manifestato nel “frutto dello Spirito” (capp. 5, 6).

Galati contiene una descrizione delle caratteristiche dei giudaizzanti, che si opponevano a Paolo in Galazia, ad Antiochia, a Gerusalemme (At 15:1, 2, 5) e nella maggior parte dei luoghi in cui egli aveva predicato. Paolo li descrive come chi porta confusione e travisa il messaggio (1:7); i loro insegnamenti ostacolano il cammino dei credenti (5:7); essi cercano di mantenere le apparenze esteriori, allo scopo di evitare le vere sofferenze per la causa di Cristo (6:12). In tal modo essi mostrano di ricercare l’approvazione degli uomini: sono opportunisti (1:10), sono falsi fratelli (2:4), sono quelli della circoncisione (2:12), sono dei manipolatori (3:1).