Scrittore

Matteo

Tema

Gesù Cristo: il Messia promesso

Datazione del testo

ca. 60 d.C.

Contesto

Il libro di Matteo è uno dei quattro Vangeli della Bibbia (insieme a Marco, Luca e Giovanni) – il resoconto narrativo della “buona notizia”. I Vangeli sono chiamati “narrazione”, in quanto riportano quattro descrizioni o resoconti degli stessi avvenimenti della vita di Gesù Cristo, visti da angolazioni diverse. Il Vangelo secondo Matteo è l’introduzione adatta al Nuovo Testamento in base all’affermazione “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (16:16). Lo scrittore non è riportato nel testo biblico, ma la testimonianza di affidabili guide spirituali della Chiesa del primo secolo (130 d.C. circa) confermano come scrittore Matteo, uno dei dodici apostoli di Gesù. Mentre il Vangelo di Marco fu scritto per i Romani (vd. introduzione a Marco) e il Vangelo di Luca per Teofilo e altri Gentili (cioè i non Ebrei, vd. introduzione a Luca), il Vangelo di Matteo è stato scritto specificamente per gli Ebrei. Il contesto ebraico di questo Vangelo è chiaramente dimostrabile in molti modi, eccone alcuni:

(1) usa la rivelazione, le promesse e le profezie dell’Antico Testamento per provare che Gesù è il tanto atteso Messia (cioè “l’Unto,” il Salvatore, il Cristo);

(2) descrive la discendenza genealogica a iniziare da Abraamo, il capostipite degli Ebrei (1:1-17);

(3) dichiara più volte che Gesù è il “Figlio di Davide”, il re secondo il cuore di Dio, l’antenato promesso del Messia-Re (1:1; 9:27; 12:23; 15:22; 20:30, 31; 21:9, 15; 22:41-45);

(4) usa frasi e termini molto comuni tra gli Ebrei, come “regno dei cieli” (sinonimo del “regno di Dio”) per evitare di pronunciare direttamente il nome di Dio in segno di timore e rispetto;

(5) riferisce dei costumi di questo popolo senza dare nessuna spiegazione (non come gli altri Vangeli, che spiegano tali cose).

Questo Vangelo è stato sì scritto per un uditorio ebraico, ma non è riservato esclusivamente ai Giudei. Riguardo al messaggio dello stesso Gesù, il Vangelo di Matteo è stato scritto per la Chiesa (per quanti in ogni tempo avrebbero seguito Cristo). In questo modo rivela fedelmente lo scopo universale e senza barriere della buona notizia di Gesù (p. e. 2:1-12; 8:11, 12; 13:38; 21:43; 28:18-20).

La data e il luogo di redazione del libro sono incerti, tuttavia ci sono buone ragioni di pensare che Matteo lo abbia scritto prima del 70 d.C. mentre era nella regione della Palestina o ad Antiochia di Siria. Alcuni studiosi affermano che quello di Matteo sia il primo dei quattro Vangeli (Matteo, Marco, Luca e Giovanni) a essere stato scritto, mentre altri affermano che sia stato scritto prima il Vangelo di Marco.

Scopo

Matteo scrisse questo Vangelo:

(1) per dare ai suoi lettori una testimonianza diretta della vita di Gesù, fatta da un testimone oculare;

(2) per rassicurare i lettori che Gesù è il Figlio di Dio e l’atteso Messia, descritto dai profeti dell’Antico Testamento;

(3) per mostrare il regno di Dio (la Sua potenza, la Sua autorità, i Suoi propositi, la Sua volontà per vivere rettamente sulla terra e nell’eternità), manifestato e vissuto da Gesù in un modo che il mondo non aveva mai conosciuto.

Matteo vuole che i lettori comprendano due importanti verità:

(1) Israele, per la maggiore parte, ha rigettato Gesù e il Suo regno. Ha rifiutato di credere che Gesù fosse veramente il Messia promesso (cioè il Salvatore, il Cristo) poiché si rivelò come guida spirituale piuttosto che come capo politico, come si aspettava;

(2) soltanto alla fine dei tempi – al termine della grande tribolazione – Gesù verrà nella Sua gloria come Re dei re per giudicare e regnare sulle nazioni (Ap 17:14; 19:16).