Scrittori

Esdra e Neemia (?)

Tema

Ricostruzione delle mura di Gerusalemme

Datazione del testo

ca. 430–420 a.C.

Contesto

Il libro di Neemia conclude la parte storica dell’Antico Testamento in cui agli esuli ebrei è permesso di ritornare in patria dalla deportazione babilonese (vd. introduzione a Esdra per un ulteriore approfondimento su deportazione, esilio e ritorno). I rimanenti libri dell’Antico Testamento riguardano i profeti che svolsero il loro ministerio sia nell’epoca precedente sia contemporanea dei fatti descritti in Neemia. I libri profetici descrivono dettagliatamente le condizioni verificatesi in Israele e Giuda che portarono al loro giudizio, alla deportazione e all’esilio (vd. 2R 17–25). Nella stesura dell’Antico Testamento ebraico, Esdra e Neemia costituiscono un unico libro che riporta la storia dei tre gruppi di esuli rientrati nel paese di Giuda e nella città di Gerusalemme. Il libro di Esdra copre gli avvenimenti legati ai primi due rimpatri (538 a.C. e 457 a.C.). Neemia riporta gli avvenimenti del terzo rientro (444 a.C.).

Mentre il tema centrale del libro di Esdra è rappresentato dalla ricostruzione del tempio, in Neemia è la riedificazione delle mura di Gerusalemme. Entrambi i libri rilevano l’importanza del rinnovamento spirituale e della fedeltà al Signore e alla Sua Parola. Entrambi rendono evidente l’occasione offerta al popolo di Dio di ricominciare a fare il bene dopo aver subito per tanti anni le conseguenze della sua ribellione spirituale e del Suo giudizio (per una panoramica di questo periodo vd. schema Sommario Cronologico: Esdra e Neemia, pag. 804). Neemia fu contemporaneo di Esdra (sacerdote e scriba che guidò il rientro del secondo gruppo di esuli). Trovandosi al servizio di Artaserse I, re di Persia, con l’incarico di alto ufficiale, egli seppe che gli esuli già rimpatriati in Giuda vivevano nell’afflizione e le mura erano ancora in rovina. Dopo aver pregato intensamente, Neemia si rivolse al re, confessandogli la sua profonda preoccupazione. Questi generosamente gli concesse il permesso di recarsi a Gerusalemme con la carica di governatore e il mandato di ricostruire le mura della città. Neemia si dimostrò una guida fedele e seppe incoraggiare il cuore dei Giudei a ricostruire le mura in soli 52 giorni.

Gli ostacoli da affrontare furono innumerevoli, ma non sufficienti a impedire al popolo di compiere questa grandissima opera. Neemia ricoprì la carica di governatore per 12 anni e, dopo un breve rientro in Persia, ricevette un secondo mandato come governatore di Giuda (cfr. 2:1; 13:6, 7). Esdra collaborò con Neemia per promuovere il risveglio spirituale e la riforma tra i Giudei ritornati dall’esilio. È anche possibile, perciò, che Neemia ed Esdra abbiamo collaborato alla stesura di questo libro. L’autenticità storica del libro di Neemia è confermata da documenti antichi scoperti nel 1903, chiamati “Papiri di Elefantina” (dal nome dell’isola Elefantina, piccolo lembo di terra situato sul Nilo, di fronte alla città di Assuan). Questi documenti menzionano il sobillatore coronita Samballat (2:19), il levita Ioanan (12:23) e l’avvicendamento di Neemia quale governatore intorno al 410 a.C.

Scopo

Questo libro fu scritto principalmente per due ragioni:

(1) concludere il racconto del rimpatrio dei Giudei dalla deportazione in Babilonia, la cui prima parte era stata narrata nel libro di Esdra (rientro in patria ordinato dal re Ciro di Persia dopo aver sconfitto e sottomesso l’Impero babilonese, vd. introduzione a Esdra);

(2) mostrare quanto Dio fece per il Suo popolo attraverso Neemia ed Esdra, che sostennero i rimpatriati guidandoli nella ricostruzione e nel ripopolamento di Gerusalemme. In questo libro l’attenzione è posta sulla terza fase del rimpatrio dei Giudei.

Sommario

I capp. 1–7 descrivono il ruolo di Neemia, governatore e guida del popolo, nella ricostruzione delle mura di Gerusalemme. Il cap. 1 rivela la profonda maturità spirituale di questo servo di Dio, costantemente dedito alla preghiera. Mentre serviva il re di Persia, egli apprese della sofferenza in cui versavano gli esuli ritornati a Gerusalemme. Udite queste notizie, Neemia intercedette con piena fiducia presso il Signore in favore della città e dei suoi abitanti. Il cap. 2 descrive l’intervento di Dio per mezzo del re Artaserse, che lo nominò governatore di Gerusalemme. I capp. 3–7 mostrano la saggezza, la determinazione e la buona organizzazione di Neemia nel motivare e guidare gli abitanti di Gerusalemme a ricostruirne, in soli 52 giorni, le mura gravemente danneggiate. Tale obiettivo fu portato a termine nonostante le forti opposizioni sia interne sia esterne. La seconda metà del libro si occupa:

(1) del risveglio e del rinnovamento spirituale degli abitanti di Gerusalemme, guidati dal sacerdote Esdra (capp. 8–10);

(2) delle ingiustizie tra il popolo e delle parzialità compiute nel tempio, cose che Neemia affrontò con grande severità (capp. 11–13).

La lettura pubblica della legge di Dio costituì la base del rinnovamento spirituale sul quale si innestò un autentico ravvedimento e un nuovo impegno a vivere in ubbidienza al patto con Dio (vd. articolo La Legge dell’Antico Testamento, pag. 143, e Il Patto di Dio con i Figli d’Israele, pag. 353). L’ultimo capitolo riporta alcune delle riforme introdotte da Neemia durante il suo secondo mandato da governatore (cap. 13).