Scrittore
Paolo
Tema
La conduzione della chiesa, la sana dottrina e la devozione cristiana
Datazione del testo
ca. 65 d.C.
Contesto
1 Timoteo, 2 Timoteo e Tito sono comunemente denominate “Le epistole pastorali”. Sono lettere di Paolo (1Ti 1:1; 2Ti 1:1; Tt 1:1) a Timoteo (a Efeso) e Tito (a Creta) circa la cura pastorale e la guida delle comunità. Alcuni hanno messo in discussione che Paolo abbia scritto queste lettere per le lievi differenze di stile e di linguaggio rispetto alle altre lettere dell’apostolo. Queste diversità, tuttavia, sono comprensibili tenendo conto dell’età di Paolo e delle sue preoccupazioni personali per il ministerio di Timoteo e di Tito. Tra l’altro la Chiesa del primo secolo ha senza dubbio riconosciuto questi scritti come lettere di Paolo.
Timoteo veniva da Listra (nell’odierna Turchia), suo padre era greco, mentre sua madre era una credente cristiana di origine ebraica (At 16:1). Fin da bambino gli erano state insegnate le Scritture dell’Antico Testamento (2Ti 1:5; 3:15). Forse fu proprio Paolo a condurre Timoteo alla salvezza in Cristo, poiché lo chiama “mio legittimo figlio nella fede” (1:2). Durante la seconda visita di Paolo a Listra, egli invita Timoteo a unirsi a lui nell’opera missionaria. Il giovane, nonostante fosse inesperto, aiutò Paolo ad annunciare il messaggio di Cristo in Macedonia e nell’Acaia (At 17:14, 15; 18:5) e fu con l’apostolo in gran parte del suo ministerio a Efeso (At 19:228). Timoteo continuò a viaggiare con Paolo (At 20:1-6), forse fino a Gerusalemme. Da lì l’apostolo andò a Roma, dove fu incarcerato sotto il regno dell’Imperatore Nerone. Timoteo fu con Paolo durante la sua prima prigionia a Roma (Fl 1:1; Cl 1:1; Fi 1). Paolo scrisse 1 Timoteo dopo gli eventi descritti alla fine del libro di Atti. Dopo la liberazione di Paolo dal carcere (At 28; cfr. 2Ti 4:16, 17), Timoteo continuò a viaggiare con lui durante il quarto viaggio missionario.
Secondo Clemente di Roma (ca. 96 d.C.) e il Canone Muratoriano (ca. 170 d.C.), Paolo, partito da Roma, si diresse verso occidente, giungendo fino in Spagna, un suo desiderio da molto tempo (cfr. Ro 15:23, 24, 28). Sulla base dei dati delle lettere pastorali, Paolo tornò in seguito nella zona del Mar Egeo (in particolare a Creta, in Macedonia e Grecia) per rendere ancora il suo servizio cristiano. Durante questo periodo (ca. 64–65 d.C.), Paolo incaricò Timoteo come suo rappresentante a Efeso (dove Paolo aveva operato a lungo per più di tre anni, durante il suo terzo viaggio missionario). L’apostolo delegò Tito a fare lo stesso sull’isola di Creta (vd. introduzione a Tito). Paolo scrisse dalla Macedonia la sua prima lettera a Timoteo e poco tempo dopo quella indirizzata a Tito. In seguito, fu nuovamente imprigionato a Roma e da lì scrisse una seconda epistola a Timoteo. Quest’ultima fu scritta poco prima dell’uccisione di Paolo nel 67–68 d.C. (vd. 2Ti 4:6-8; vd. anche introduzione a 2 Timoteo).
Scopo
Paolo scrisse 1 Timoteo per tre ragioni: (1) incoraggiare e istruire Timoteo sul ministerio e la sua vita personale; (2) esortare Timoteo a difendere, dagli insegnamenti dei falsi dottori, la verità, la purezza e i principi del messaggio di Cristo; (3) dare istruzioni a Timoteo per sovrintendere ad alcuni aspetti del ministerio e per affrontare alcuni problemi specifici nella chiesa di Efeso.
Sommario
Uno dei principali compiti che Paolo assegnò a Timoteo, come suo giovane assistente, fu la strenua difesa della fede cristiana contro le false dottrine che insidiavano il messaggio di Cristo e la salvezza per fede (1:3-7; 4:1-8; 6:3-5, 20, 21). Paolo, inoltre, diede istruzioni a Timoteo riguardo le qualifiche spirituali e morali che avrebbero dovuto caratterizzare i responsabili di chiesa. Nel fare questo fornì una descrizione composita della persona che aspira a diventare conduttore di chiesa (vd. lista dettagliata dei requisiti nello schema sopra elencato). Tra gli altri argomenti, Paolo insegnò a Timoteo come relazionarsi con i vari gruppi all’interno della chiesa, come le donne (2:9-15; 5:2), le vedove (5:3-16), gli anziani e i giovani (5:1), gli anziani di chiesa (5:17-25), i servi (6:1, 2), i falsi dottori (6:3-10), i ricchi (6:17-19). L’apostolo diede a Timoteo cinque istruzioni chiare da seguire, perché potesse essere un esempio di quello che insegnava agli altri nella chiesa (1:18-20; 3:14-16; 4:11-16; 5:21-25; 6:20, 21). In questa lettera Paolo espresse, inoltre, il suo affetto per Timoteo come suo “legittimo figlio nella fede” (1:2) e lo incoraggiò a perseguire i principi di santità biblici, assieme alla sua chiesa.