Scrittore

Pietro

Tema

La verità in contrapposizione ai falsi dottori

Datazione del testo

ca. 66–67 d.C.

Contesto

Nel suo saluto, Simon Pietro (Simone era il suo nome originale e Pietro era il nome che gli diede Gesù; Gv 1:40-42) si presenta come lo scrittore di questa lettera. Successivamente osserva che questa è la sua seconda lettera che invia ai lettori (3:1) e, allo stesso modo, indica che i destinatari sono il gruppo di credenti in Asia Minore (l’odierna Turchia) che avevano già ricevuto la sua prima lettera (1P 1:1). Poiché Pietro, come Paolo, fu messo a morte per un editto, un ordine dell’imperatore Nerone (che morì anch’egli nel mese di giugno del 68 d.C.), è molto probabile che Pietro scrisse questa lettera tra il 66 e il 67 d.C. poco prima della sua esecuzione (1:13-15). Alcuni studiosi, sia nei tempi antichi sia in quelli moderni, non hanno tenuto conto delle notevoli similarità tra 1 e 2 Pietro ma hanno, piuttosto, messo in risalto le differenze tra le due lettere ipotizzando che Pietro non sia lo scrittore di questa lettera.

Tuttavia, le differenze nel contenuto, nel vocabolario, nell’enfasi e nello stile di scrittura possono essere spiegate adeguatamente da diversi fattori sia riguardanti Pietro sia i suoi lettori.

(1) Le circostanze in cui vivevano i destinatari erano mutate sia per la minaccia di persecuzione dalla società sia per il pericolo interno alla chiesa dovuto ai falsi dottori. Pietro scrive questa lettera per sottolineare che non bisogna permettere a costoro di minare le fondamenta della verità e di distogliere i credenti dal loro proposito di seguire Cristo.

(2) Anche le circostanze in cui Pietro venne a trovarsi erano diverse. Mentre nella sua prima lettera, per quanto riguarda la stesura, aveva goduto dell’abile assistenza di Silvano (1P 5:12), sembra che questa non fosse più disponibile per la redazione della seconda. Pietro potrebbe aver fatto uso del suo greco da galileo, non molto raffinato, o potrebbe essersi affidato a uno scriba meno capace di Silvano.

Scopo

Pietro scrisse per:

(1) incoraggiare i credenti a ricercare diligentemente un carattere santo e la vera conoscenza di Cristo;

(2) rivelare e denunciare la pericolosa e ingannevole opera dei falsi profeti e dei falsi dottori tra le chiese nell’Asia Minore, che minavano la verità del messaggio di Cristo.

Pietro riassume il suo scopo in 3:17, 18 quando sfida i credenti:

(1) a stare in guardia “per non essere trascinati dall’errore degli scellerati” (3:17);

(2) a crescere “nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo” (3:18).

Sommario

Questa breve lettera esorta i credenti a sviluppare e a dimostrare un carattere santo, derivante dalla vera conoscenza di Dio che consiste nell’avere comunione con Gesù Cristo.

Il primo capitolo evidenzia l’importanza della crescita spirituale. Avendo iniziato per fede, i credenti devono proseguire il loro cammino ricercando diligentemente la virtù morale, la conoscenza divina, l’autocontrollo, la pazienza, la pietà, l’affetto fraterno e l’amore altruista. Tutto ciò a favore della crescita spirituale, di una comunione più intima con Gesù e dell’efficacia nel servizio (1:3-11).

Il capitolo seguente mette seriamente in guardia contro i falsi profeti e i falsi dottori, che stavano emergendo in seno alle chiese. Pietro li denuncia come scellerati (2:1, 3; 3:17), dallo stile di vita vergognoso e attratti da desideri corrotti della natura umana (2:2, 7, 10, 13, 14, 18, 19). Li descrive come avidi (2:3, 14, 15), arroganti (2:18) e caparbi (2:10), persone che disprezzano l’autorità (2:10-12). Lo scopo di Pietro è di proteggere i fedeli dagli insegnamenti e dalle pratiche subdole dei “falsi dottori” (2:1), smascherando gli scopi malvagi e la condotta di costoro.

Nel cap. 3 Pietro controbatte il dubbio, la negazione e lo scetticismo di certi insegnamenti sul ritorno di Gesù (3:3, 4). Proprio come la generazione di Noè erroneamente e tragicamente reputò sciocca l’idea del giudizio attraverso un grande diluvio da parte di Dio, questi falsi insegnanti sono, allo stesso modo, ciechi riguardo alla promessa del ritorno di Gesù. Tuttavia con la stessa azione rapida e decisa del giudizio di Dio con il diluvio (3:5, 6), Cristo tornerà per eseguire il giudizio sul mondo con il fuoco (3:7-12). Successivamente, Egli creerà nuovi cieli e nuova terra come dimora per il Suo popolo (3:13). In vista di questo i credenti devono vivere una vita santa (cioè moralmente pura, spiritualmente integra, separata dal male e dedicata a Dio e alla Sua volontà) in questa era (3:11, 14).