Scrittore

Sofonia

Tema

Il giorno del Signore; la rovina e la salvezza

Datazione del testo

ca. 630 a.C.

Contesto

Sofonia, il cui nome significa “il Signore nasconde”, era un nipote di quarto grado del re Ezechia di Giuda e il suo ministerio si svolse durante il regno di Giosia (639–609 a.C.), l’ultimo sovrano fedele di Giuda (1:1). Il riferimento a Gerusalemme come “questo luogo” (1:4), nonché la sua descrizione dettagliata della topografia e dei peccati di Gerusalemme, confermano l’opinione degli studiosi che Sofonia vivesse in questa città. In quanto discendente della casa reale e parente del re Giosia, Sofonia aveva l’accesso al palazzo reale. Le sue profezie si concentravano sul messaggio di Dio per Giuda e per le nazioni circostanti.

Dato il tipo di peccati menzionati da Sofonia quando accusa la nazione di Giuda e la sua capitale Gerusalemme (1:4-13; 3:1-7), è probabile che le sue profezie fossero state pronunciate prima delle riforme di Giosia, che portarono a un risveglio spirituale in Giuda. Il messaggio di Sofonia giunse in un periodo in cui si compivano ancora i terribili peccati dei malvagi predecessori di Giosia (Manasse e Amon). Soltanto nel XII anno del regno di Giosia (cioè nel 627 a.C.) il re cominciò a purificare la nazione dall’idolatria e a reindirizzare il popolo verso un’autentica adorazione dal Signore. Otto anni più tardi il re ordinò la riparazione e la purificazione del tempio di Salomone e, proprio durante quei lavori, fu trovata una copia della legge di Dio (cfr. 2R 22:1-10). La descrizione di Sofonia della penosa condizione spirituale e morale di Giuda deve essere stata scritta attorno al 630 a.C.

La predicazione di Sofonia ebbe probabilmente un’influenza diretta sul re, ispirando le sue riforme. La data del 630 a.C. sembra corretta anche perché non c’è alcun riferimento a Babilonia come principale potenza mondiale (Babilonia iniziò la sua ascesa alla supremazia mondiale sotto Nabopolassar nel 626–625 a.C. quando raggiunse l’indipendenza dall’Impero assiro). Sofonia tuttavia profetizzò la caduta della potente Assiria (per mano di una coalizione babilonese), cosa che si verificò nel 612 a.C. con la distruzione della sua capitale Ninive. Il profeta Geremia era più giovane di Sofonia, ma visse durante lo stesso periodo.

Scopo

Sofonia profetizzò e scrisse per avvertire la nazione di Giuda e la città di Gerusalemme del futuro giudizio di Dio. Chiamò questo periodo di giudizio “il gran giorno del Signore” (1:14). Questo “gran giorno” è menzionato in tutta la Scrittura, ha delle applicazioni a breve e a lungo termine riguardo al giudizio di Dio sul Suo popolo e su tutte le nazioni. L’applicazione immediata ai tempi di Sofonia era che il popolo ribelle a Dio in Giuda sarebbe stato punito per la propria malvagità, così come le nazioni malvagie elencate per nome. L’applicazione futura della profezia riguarda il giudizio finale della Chiesa (i credenti in Cristo) e del resto del mondo, alla fine dei tempi. Sofonia scrisse anche per incoraggiare il popolo di Dio in Giuda, annunciandogli la sua futura restaurazione. In quel tempo Giuda avrebbe cantato lodi al suo Dio, che avrebbe vissuto in mezzo a loro. Quando la frase “il giorno del Signore” compare nella Bibbia, di solito non si riferisce a un solo giorno o avvenimento, ma a un periodo di tempo.

Quando la frase è usata in rapporto ai tempi della fine, quel periodo inizia subito dopo il rapimento della Chiesa, quando i seguaci di Cristo saranno portati via all’improvviso dal mondo per sfuggire ai giudizi degli ultimi tempi sul mondo. Il periodo di questi giudizi – chiamato “la grande tribolazione” – è compreso nel “Giorno”. Questo tempo raggiunge il culmine quando Cristo ritornerà sulla terra per sconfiggere l’anticristo e tutti i nemici di Dio, stabilendo il Suo regno di pace per mille anni (vd. Ap 19; 20). Per i nemici di Dio “il giorno del Signore” rappresenta un terribile giudizio, ma per il Suo popolo fedele significa soccorso e ricompensa.

Un riferimento al “giorno del Signore” si può fare risalire anche ad Am 5:18, che indica il tempo in cui il Signore interverrà sugli avvenimenti della terra per portare giudizio o benedizione, a seconda del rapporto delle persone con Dio. Questo è vero anche nel Nuovo Testamento che parla di un tempo di giudizio sui nemici di Dio (Ro 2:5; 2P 2:9), ma anche al “giorno della redenzione” o della salvezza per i credenti (Ef 4:30). Altre frasi che si riferiscono allo stesso periodo sono il “giorno di Dio” (2P 3:12) o “di Cristo” (1Co 1:8; Fl 1:6), “l’ultimo giorno” (Gv 6:39), “il gran giorno” (Gd 6) o semplicemente “quel giorno” (2Te 1:10). Sebbene ci saranno diversi segni prima di questo tempo, il ritorno di Cristo e il giudizio che seguirà prenderanno comunque di sorpresa le persone, perché quel giorno verrà come un ladro nella notte (vd. Mt 24:43, 44; Lu 12:39, 40; 2P 3:10; Ap 3:3; 16:14, 15).

Sommario

Il libro, in gran parte, consiste in un serio avvertimento circa l’avvicinarsi del giorno di giudizio di Dio sulla malvagità e la ribellione manifestata contro di Lui. Sofonia vide avvicinarsi un futuro giudizio mondiale a causa dei peccati di tutta l’umanità (1:2; 3:8), ma diede particolare enfasi al giudizio su Giuda per le sue trasgressioni contro Dio (1:4-18; 3:1-7). Sofonia esortò il popolo a umiliarsi e ravvedersi prima dell’adempimento della sua profezia di devastazione (2:1-3). Questo ravvedimento nazionale ebbe luogo in parte durante le riforme del re Giosia e il successivo risveglio (627–609 a.C.).

Sofonia annunciò anche il futuro giudizio su cinque nazioni straniere: Filistia, Ammon, Moab, Etiopia e Assiria (2:4-15). Dopo essersi nuovamente occupato dei peccati di Gerusalemme (3:1-7), il profeta predisse il soccorso e la restaurazione operata dal Signore per il Suo popolo. Allora gli israeliti si sarebbero rallegrati come veri adoratori dell’Iddio onnipotente ed Egli sarebbe stato letteralmente in mezzo a loro come un guerriero vittorioso (3:9-20).