Scrittore
Giovanni
Tema
Gesù Cristo: il Figlio di Dio e il Salvatore del mondo
Datazione del testo
ca. 80–95 d.C.
Contesto
Il Vangelo (il racconto della “buona notizia”) di Giovanni è parte della storia di Gesù Cristo, unica nel suo genere tra i quattro Vangeli. In esso sono riportati molti dettagli del ministerio di Gesù in Giudea e in Gerusalemme, che gli altri evangelisti omettono. Esso offre una visione più approfondita sulla Persona di Gesù, vero Dio e vero uomo. Lo scrittore è identificato come “il discepolo che Gesù amava” (13:23; 19:26; 20:2; 21:7, 20). È chiaro, dai fatti riportati, che descrive lo svolgersi degli eventi come testimone oculare, ottimo conoscitore della vita giudaica e guida stimata nella chiesa del primo secolo.
Le opere di storici quali Ireneo e Tertulliano, la testimonianza dell’antica cristianità e l’evidenza dei contenuti del Vangelo stesso, indicano Giovanni, figlio di Zebedeo, come l’autore dello scritto, anche se non è espressamente citato. Egli è uno dei dodici apostoli. Secondo svariate fonti, l’anziano discepolo vive a Efeso quando i responsabili delle comunità dell’Asia gli chiedono di redigere questo “Vangelo spirituale”. Lo scritto sarebbe servito a confutare una pericolosa eresia (un falso insegnamento) insinuatasi tra i credenti sulla Natura e sulla Persona di Gesù Cristo. I sostenitori di questa falsità negavano la divinità di Gesù. Il Vangelo di Giovanni serve, ancora oggi, alla chiesa come dichiarazione autorevole della “verità” così come manifestata nella vita di Gesù Cristo.
Scopo
Giovanni afferma che lo scopo dei suoi scritti è “affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome” (20:31). Antichi manoscritti di questo Vangelo in lingua greca riportano come traduzione del verbo “crediate” (20:31), non il congiuntivo aoristo (che “voi possiate cominciare a credere”), bensì il congiuntivo presente (che “voi possiate continuare a credere”). Nel caso in cui Giovanni volesse riferirsi al primo, i suoi scritti sarebbero volti a convincere i non credenti ad accettare il Signore Gesù per essere salvati. Qualora, invece, volesse rifarsi al secondo caso, il messaggio sarebbe finalizzato a incoraggiare quanti già seguono Cristo per rafforzare la loro fede, resistere ai falsi insegnamenti e approfondire il proprio rapporto di comunione con Dio il Padre e il Figlio Suo, Gesù (cfr. 17:3). Il Vangelo di Giovanni persegue entrambi questi scopi, grazie alla vivida esposizione della grazia di Dio unita a insegnamenti spiritualmente molto profondi.
Sommario
Giovanni presenta fatti attentamente valutati per provare che Gesù è il Messia di Israele (l’Unto, il Salvatore, il Cristo), il Figlio di Dio dal principio, il Creatore fatto carne. Le evidenze che lo provano sono avvalorate da:
(1) sette segni preminenti (2:1-11; 4:46-54; 5:2-18; 6:1-15; 6:16-21; 9:1-41; 11:1-46) e sette importanti insegnamenti, messaggi e dialoghi, 3:1-21; 4:4-42; 5:19-47; 6:22-59; 7:37-44; 8:12-30; 10:1-21), con cui Gesù rivela chiaramente la Sua vera identità;
(2) sette asserzioni allegoriche che enunciano: “Io sono” (6:35; 8:12; 10:7; 10:11; 11:25; 14:6; 15:1), con le quali Gesù rivela la Sua missione di ristabilire l’antico rapporto del popolo con Dio;
(3) la Sua risurrezione dai morti quale prova decisiva che Egli è “il Cristo, il Figlio di Dio”.
Il Vangelo di Giovanni è diviso in due parti principali:
(1) I primi dodici capitoli descrivono l’incarnazione (Dio che riveste forma umana attraverso la personificazione del Figlio), l’introduzione e il ministerio pubblico di Gesù. Nonostante il ripetersi per sette volte (numero ritenuto perfetto) di miracoli, insegnamenti ed efficaci messaggi quali “Io sono”, i Giudei in generale rifiutano di considerarLo il “Messia”.
(2) Ripudiato caparbiamente dal popolo di Israele (il popolo cui Dio ha originariamente rivelato le Sue leggi e le promesse), Gesù (dal cap. 13 al 21) si concentra sui Suoi discepoli (la Chiesa che fonda sulla base della propria morte espiatoria e la successiva miracolosa risurrezione). Questi capitoli ci presentano l’ultima Cena (cap. 13), i Suoi insegnamenti conclusivi (capp. 14– 16) e l’accorata preghiera in favore dei discepoli di ogni tempo (cap. 17). Il Vangelo spiega come il nuovo patto (il piano per la salvezza spirituale dell’umanità) inizi e si confermi nella morte (cap. 18, 19) e nella risurrezione di Cristo (capp. 20, 21).